Marco Zizioli: l'equilibrismo dell'enologo!
Marco Zizioli, prima di essere un enologo, mi è parso un uomo genuino e "terra a terra", nell'accezione positiva di questa espressione, che lo inquadra in una dimensione agricola e contadina fatta di sapienza, conoscenza e grande pazienza, che sa assecondare e adattarsi ai ritmi della natura, piuttosto che imporre la propria volontà, snaturando e camuffando ciò che ogni territorio dona, correndo il rischio di appiattire e impoverire l'offerta dei prodotti. Con la semplicità e la naturalezza che lo contraddistinguono mi ha accolta nella sua cucina, rustica ed essenziale, resa accogliente e familiare dalle credenze dallo stile rétro e dal calore di una stufa su cui ha preparato il caffè, rigorosamente nella moka, e ha reso l'intervista una sorta di chiacchierata tra vecchi amici, in cui ha comunque sempre espresso senza mezzi termini il suo amore per il mondo della campagna, la necessità di stare a contatto con la natura e la sua visione del mestiere che ha scelto e che svolge con grande dedizione: il consulente enologo. Questo suo essere legato alla terra, alla tradizione e alla semplicità del vivere si evince da ogni suo gesto, dal modo che ha di metterti a tuo agio, dal suo sorriso aperto e dalla generosità del voler condividere, ad esempio, un piatto di crudo preso direttamente dalla sua cantina per la stagionatura dei salumi ˗ dato che Marco si diletta anche nell'arte della norcineria ˗ accompagnato da un buon bicchiere di brut, uno dei suoi migliori, ça va sans dire.
Marco Zizioli, oltre ad essere direttore di una piccola cantina facente parte del Consorzio di Montenetto, offre un servizio di consulenza in differenti cantine franciacortine, dove vanta un ampio portafoglio clienti, della bergamasca, oltre che estere, soprattutto per la produzione di spumanti metodo classico, settore nel quale ha maturato una lunga e importante esperienza. Tuttavia con alcune realtà collabora anche alla realizzazione di vini bianchi fermi, anche evoluti, vini rossi e addirittura alcuni passiti. In ciascun progetto, comunque, il suo approccio è quello di partire dalla specificità e singolarità del territorio e dal carattere particolare dei vitigni, per produrre vini che sappiano raccontare, una volta versati nel bicchiere, l'identità di un appezzamento di terra arricchitosi dei desideri, degli sforzi e della pazienza degli uomini che l'hanno lavorato con amore, dedizione e competenza tecnica. In questo senso ci sono in gioco, nel mestiere dell'enologo, equilibri sottili e molto precari, tra i quali bisogna sapersi destreggiare, sempre in bilico tra ciò che la natura crea e dona e ciò che l'uomo cerca di cogliere e trasformare, cercando di offrire il proprio valore aggiunto. Ed è in questa volontà di mettere la propria firma che bisogna saper dosare il numero e l'intensità degli interventi, nella consapevolezza che in questo settore produttivo molto spesso "less is more".
Forse condividendo questa idea del minimalismo, il critico ingleseTom Stevenson, massimo esperto di champagne e vini spumanti, ideatore della competizione Champagne & Sparkling Wine World Championships, preferisce degustare alla cieca vini spumanti provenienti da tutto il mondo à la volée, ossia appena sboccati, senza aggiunta della liqueur d'éxpedition, per valutarli nella loro veste "nature", senza trucchi né inganni. E proprio in questo importante campionato mondiale, nel dicembre 2020, il Midalidare Sparkling Brut Magnum prodotto con la consulenza di Zizioli dalla cantina bulgara Midalidare-Estate, ha vinto il premio di World Champion Classic Blanc de Blancs Brut 2020. Altre medaglie sono state vinte da questa bottiglia e le altre tipologie di spumanti prodotte si sono aggiudicate due argenti.
Una grandissima soddisfazione per Marco, che è stato scelto dall'imprenditore kazako proprietario della cantina sita a Mogilovo come consulente per la spumantizzazione a partire dal 2014, anno della prima vendemmia dello Chardonnay ivi coltivato per produrre bollicine. Già nel 2019, allo stesso concorso, la cantina bulgara si era distinta con il Blanc de Blancs ottenendo il titolo di Rising star, ossia stella nascente nel firmamento delle bollicine degne di nota a livello globale. Dopo le prime prove a base Chardonnay sono state piantumate in Bulgaria anche viti di Pinot Noir e Pinot Meunier, per arricchire la proposta degli spumanti rifermentati in bottiglia.
Mentre assaggio con lui la tipologia che è stata considerata miglior Blanc de Blancs al mondo, mi conferma che lo trova un prodotto molto interessante. Del resto, che questo vino sia un fuoriclasse di categoria è inopinabile. Se con il solo Chardonnay in purezza ha raggiunto un risultato così importante, nel momento in cui verrà arricchito dalla spalla del Pinot Nero, che dona nerbo e corpo, persistenza e struttura, non potrà che uscirne un prodotto incredibile.