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È meglio se continuo a cantare: la musica come forma di resistenza

Qualche tempo fa mi è stato regalato, con mio grande piacere, l’ultimo lavoro di un cantante e musicista piacentino, Edoardo Cerea, dal titolo È meglio se continuo cantare (Ceredo Records). L’album, il quarto dall’esordio di Edoardo con Come se fosse normale (BMG Ricordi) del 2004 contiene dieci pezzi inediti, che lasciano emergere una vena molto più cantautorale rispetto ai lavori precedenti.

È meglio se continuo cantare è il frutto di una scrittura di pancia, emozionale, a tratti “incazzata”, che risente degli anni che vanno dal 2008, in cui esce Disperanza (La locomotiva), al 2015. Sono per Edoardo anni intensi, in cui nel suo privato accadono eventi che smuovono in lui tante emozioni diverse: perde persone importanti, ma fa anche incontri cruciali. Da questo momento di crisi, di smarrimento, di perdita di ogni certezza e punti di riferimento, scaturisce però l’esigenza di fare sentire la propria voce, anche se è diversa dal coro, o forse proprio perché diversa dal coro.

Da questa urgenza nasce quest’ultimo lavoro, che è un album che va ascoltato con la giusta attenzione e che sa farsi apprezzare sempre più ad ogni nuovo ascolto. Le tracce si differenziano per temi e musicalità, ma sono tutte unite e coerentemente legate da un filo conduttore comune: la musica, lo scrivere e il cantare sono la sua personale forma di resistenza, o forse di resilienza. Già, perché un uomo che non si riconosce nel mondo in cui vive, che si vergogna di alcuni meccanismi perversi e ormai radicati, che ha vissuto momenti di crisi, di smarrimento, senza però cedere a facili soluzioni, resiste. E resiste solo impegnandosi in un progetto che gli permetta di emozionarsi ed appassionarsi ancora a qualcosa, che gli dia la possibilità di esprimersi senza riserve. Il titolo dell’album, che è lo stesso dell’ultima traccia, è molto significativo in tal senso: “è meglio se continuo a cantare” è un consiglio che Edoardo dà a se stesso per riuscire a gestire la rabbia che talvolta ha bisogno di trovare una valvola di sfogo, che però non sia violenta, che non leda a nessuno, ma anzi sia foriera di spunti di riflessione. Cantare è un modo per credere e sperare ancora che la parola, le note, l’emozione che sanno trasmettere le canzoni, possano creare un terreno fertile per preservare la nostra singolarità, la nostra umanità, fatta di fragilità, debolezze, momenti in cui si perde la bussola, non si trova la tramontana. Fare il cantautore è quindi un modo per resistere e desistere dal mandare tutti a quel paese in alcuni momenti. E la voglia a volte sarebbe tanta.

La musica è la sua forma di resilienza perché fa parte della dimensione dei sogni e I sogni se ne fregano dei limiti, se ne fregano delle circostanze, loro possono sempre tutto. Ed è soltanto inseguendo quei sogni, a dispetto di tutto e tutti, che ci si riconosce davvero. Se Il domani non è scritto, come recita il titolo del secondo brano, è importante credere in qualcosa perché la vita può riservare sempre delle sorprese, come l’incontro con una donna così particolare, così eccezionale da suscitare la voglia di invecchiarci insieme. Vorrei invecchiare insieme a te, il pezzo più dolce e romantico dell’album, è una dichiarazione d’amore fatta da un uomo ormai maturo e consapevole alla propria donna, di cui sa apprezzare qualità e aspetti cui non avrebbe dato importanza da ragazzo. Il testo parla di un rapporto d’amore così intenso che anche cinquant’anni da trascorrere ancora insieme sembrano davvero pochi, davvero niente per una tale fusione di anime. Non a caso è dedicato alla moglie Stefania Sartori, che ha scritto una delle canzoni a mio modesto avviso più belle e potenti dell’album: Canzone per l’abusivo, dedicata al giornalista Giancarlo Siani, barbaramente ucciso dalla camorra alla giovanissima età di 26 anni, perché era scomodo, perché scriveva la verità, smascherava i traffici illeciti. E così nell’Italia in cui la legge non ha potere è morto, uomo solo con la penna in mano. La sua penna era la sua arma, il suo scrivere la sua più forte forma di resistenza non violenta. Le parti della canzone scritte in dialetto napoletano sono cantate da Francesco di Bella, dei 24 Grana. L’altro pezzo dedicato ad un eroe è Il valoroso, scritto in occasione del progetto Piacenza Primogenita per celebrare i 150 anni dall’Unità d’Italia e che omaggia il partigiano Lino Vescovi, detto appunto il valoroso. Tieniti su e Oggi mi va di crederci sono due brani che infondono ottimismo: nonostante tutto il male e le brutture che ci circondano, è giusto tenere duro, mai mollare, perché se inquadrati da una prospettiva di impegno e voglia di cambiare le cose in meglio, potrebbero essere una buona occasione per fare la differenza. E in questo non voler mollare si respira tutta la filosofia di vita che permea il rock americano, tanto amato da Edoardo.

I pezzi che danno forma all’album nascono quindi dall’urgenza di far sentire la propria voce, di comunicare pensieri e idee talvolta scomodi, perché vanno contro alla superficialità e omertà dilaganti che troppo spesso ci anestetizzano rendendoci tutti vittime di un medesimo meccanismo perverso. Bisogna resistere e coltivare e inseguire i nostri sogni per non andare alla deriva, per poterci emozionare ancora.

Quella di Edoardo è una scrittura semplice, che sa parlare attraverso immagini quotidiane, in cui tutti possiamo riconoscerci. Una scrittura che arriva dritta la punto, talvolta rabbiosa, ma anche carica di voglia di andare avanti. Alcune tracce hanno visto una stesura a quattro mani. Edoardo si è infatti avvalso della collaborazione della moglie Stefania Sartori e di Marco Peroni, cui si devono tutti i testi degli album precedenti.

Dal punto di vista musicale, Edoardo ha scritto e arrangiato più della metà delle tracce. Ma il taglio sonoro di fondo, prevalentemente acustico, senza alcun basso elettrico, si deve alla collaborazione con un grande professionista, che della musica ha fatto la sua ragione di vita: Fabrizio Naniz Barale, produttore artistico dell’album. - Ve lo consiglio vivamente!
Per maggiori info su Edoardo Cerea potete visitare la pagina www.edoardocerea.it


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